Non so voi, ma io ricordo mia nonna che ogni volta che c’erano una serie di eventi atmosferici strani, anomali mi ripeteva vari detti veneti che andavano a giustificare il fortunale o la siccità.
E quando verso fine giugno si verificavano dei temporali tremendi era sempre colpa “dea mare di san Piero”, “la madre di san Pietro”; questi fenomeni si manifestano nei giorni vicini alla festività dei santi Pietro e Paolo, il 29 di giugno.
Ma dove nasce questa leggenda?
Questo detto poggia le sue radici su una leggenda italiana ma soprattutto veneta che viene tramandata oralmente di generazione in generazione. Si racconta, infatti, che la madre di San Pietro non fosse per nulla buona e caritatevole nemmeno con le persone di famiglia che le erano vicine; anzi sembra fosse davvero cattiva e che maltrattasse le persone. Quando morì, per la sua condotta di vita, venne spedita velocemente all’Inferno anche se suo figlio cercò in tutti i modi di impedirlo, usando anche la sua autorità.
Sappiamo che proprio Pietro era il capo della prima comunità cristiana di Roma. Il Vangelo di Matteo riporta: – 18- E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19- A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Egli fu martirizzato crocifisso a testa in giù, perché predicava la fratellanza universale, l’amore tra le persone, la conversione al bene e anche la conciliazione tra i popoli; le sue azioni e le sue parole erano considerate scandalose rispetto a ciò che diffondeva il potere romano che adorava l’imperatore come una divinità e quindi non potevano esistere altre divinità all’infuri di lui.
Era il momento in cui il cristianesimo stava mettendo le radici ma non era facile; Pietro fu il primo Papa e in Paradiso era il responsabile degli ingressi di tale luogo, infatti viene sempre raffigurato con due grosse chiavi in mano e da sempre si dice che quando moriamo sarà San Piero ad aprirci o meno le porte.
Tornando “alla mare de San Piero” lui decise di prendere questo incarico che gli permetteva di stare sulla porta del Paradiso perché da lì poteva vedere anche l’inferno dove era finita sua mamma.
Un giorno chiese di poterla vedere ma gli fu negata. Continuò a insistere finché dopo tante lusinghe presso il Padre Eterno gli venne concessa. Poteva vederla una volta all’anno nei giorni della sua festa, il 29 di giugno, che guarda caso si trova proprio nel periodo astrale del solstizio d’estate.
Gli angeli del cielo costruirono una scala di corda e la calarono fino a farla giungere vicino alla porta degli inferi, dove si trovava la donna. Accadde che le persone che erano negli inferi si accorsero della scala preparata per farla uscire e moltissimi si attaccarono scatenando un grandissimo caos perché tutti volevano uscire. La scala, dal peso, si ruppe togliendole definitivamente ogni possibilità per poter accedere al Paradiso. San Pietro dal Paradiso non smise mai di intercedere per poter rivedere la mamma e ma ogni volta che si aprivano le porte dell’Inferno si scatenava il finimondo perché tutti sospettavano che la donna volesse scappare. Proprio a questi episodi si riferiscono certi fenomeni atmosferici fatti di lampi e tuoni e grande fragore che capitano proprio nel periodo che comprende la festa dei santi Pietro e Paolo, il 29 giugno.
Stiamo a osservare quest’anno se la “mare de San Piero” aprirà le porte dell’Inferno e scatenerà il disastro anche quest’anno o no? Semmai c’è sempre la candela della “Zerioa” accesa che, nella tradizione veneta, scaccia i temporali estivi e le catastrofi ma magari ne parleremo in futuro.
Alberta Bellussi
- 17 June 2018
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