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PERCHEì SI CHIAMA HARRY’S BAR ?


Nel 1927 Giuseppe Cipriani era barista in un hotel di Venezia.
Presso l’albergo in cui lavorava era ospite un’anziana signora statunitense accompagnata dal giovane nipote Harry Pickering. I due litigarono per questioni di soldi. Un bel giorno la signora partì lasciando il nipote senza una lira.
Giuseppe Cipriani, che era diventato amico di Harry, gli fece un prestito di 10.000 lire in modo che il ragazzo potesse pagarsi il biglietto della nave per tornare a Boston. Si trattava di una grossa cifra per l’epoca ma Giuseppe gliela diede fidandosi.
Nel febbraio del 1931 infatti, Harry Pickering tornò a Venezia restituendo a Giuseppe Cipriani la somma avuta in prestito con l’aggiunta di altre 30.000 lire in segno di gratitudine per averlo aiutato in un momento di difficoltà.
Con questo capitale in mano, il trentenne Giuseppe decise di aprire un bar in un vecchio deposito di cordami nelle adiacenze di piazza San Marco, decidendo di chiamarlo Harry’s Bar in onore dell’amico americano che aveva premiato la sua fiducia. Anche il nome del figlio Arrigo sembra fosse per ricordare l’amico ma italianizzato.
Il locale diventerà la meta di molti intellettuali tra cui anche Ernest Hemingway che aveva un tavolo fisso nel locale.
Da qui nacque la sua fortuna che lo portò prima ad aprire una locanda a Torcello e poi l’Hotel Cipriani alla Giudecca.
Nelle sue cucine nacquero e continuano a nascere pietanze e cocktail conosciuti nei locali della catena Cipriani aperti in tutto il mondo.
Alberta Bellussi

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