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Ma io il presepe l’ho sempre fatto? E ora che faccio?


Caro Gesù Bambino,

devo riferirti che quest’anno avverto uno strano disagio. Si stanno avvicinando le feste di Natale e io mi sento un po’ smarrita. Mah pensandoci non so se è uno smarrimento o una strana sensazione come accade quando perdi qualcosa di caro; come se quella certezza che ti appartiene da quando eri piccolo non sia più tale: il presepe!

Il  presepe è quel delicato elemento che è parte della nostra tradizione, quell’icona di una religiosità sana e buona che rende umano e tangibile anche ai bambini quel Gesù venuto a salvarci e a darci speranza.

La scelta del muschio, in quella parte di giardino lasciata intoccata, per avere le zolle vellutate per fare onore alla nascita del bambinello. Il ghiaino ben tirato per i sentieri, i fiumi e le montagne sulle quali si posano candidi dei fiocchi di cotone. La stella cometa sopra la grotta, i pastori con le pecore, il suonatore di cornamusa, gli angioletti che cantano il “Gloria in Excelsis Deo”…e poi la contadina che ogni anno porta i suoi prodotti per rendere omaggio al nuovo nato. Dal lontano Oriente arrivano Gaspare, Melchiorre e Baldassarre con i loro scrigni pieni di doni preziosi e ogni giorno avanzano il loro cammino. E sotto la greppia la dolce Maria che rappresenta per i cristiani la tenerezza della maternità e il vecchio e saggio Giuseppe che vigila il bambinello sotto le calde narici del bue e dell’asinello. Bello il mio presepio a osservarlo mi rimanda solo messaggi positivi e di pace; invece ora non sembra più essere così.

Il delicato presepe, dimenticato per secoli,  è ora diventato tema di dibattiti politici e religiosi  a volte anche di cattivo gusto.

Sono smarrita, chi dovrebbe sottolineare l’importanza di questo simbolo mi dice di accantonarlo per rispetto a chi non ha Gesù come messia.

Ma nel mio smarrimento mi chiedo perché fare il presepe possa mancare di rispetto a qualcuno?

Tutto ciò suona un po’ strano alla mia mente che del rispetto ne ho fatto uno dei valori fondanti della vita e cerco di capire.

Ma è il presepe che conosco io da quando sono nata e che nei giorni di Natale vado a visitare nelle  chiese per vederne le varie interpretazioni?

Si è di lui che stiamo parlando.

Mi sembra strano. Non capisco cosa possa fare di male il mio piccolo presepe.

Mi appartiene per tradizione, appartiene alla nostra cultura e alla nostra vita di sempre ma non manca di rispetto a nessuno con il messaggio che professa.

La società è cambiata, in questi ultimi anni, in maniera radicale. Dividiamo la nostra quotidianità con amici provenienti da tantissime parti del mondo che portano con sé i loro credo oe le loro tradizioni, perché rinunciare alla nostra che è patrimonio inestimabile per omologarci tutti?

Perché non fare di queste tradizioni che ognuno porta motivo di crescita per tutti e motivo di conoscenza recipoca?

Perché vedere nella negazione di una nostra tradizione religiosa secolare il rispetto per gli altri? E per noi e il nostro vissuto no?

Ma devo sentirmi in colpa di mancare di rispetto a qualcuno se anche quest’anno, come ogni anno, faccio il presepe?

Queste e molte altre le domande che mi vengono alla testa e molte le sensazioni.

In fondo si festeggia la nascita di quel Gesù che è nominato più volte anche nel Corano come profeta che ha preparato la venuta di Maometto e che è anche figlio di Maria.

Caro Gesù bambino volevo dirti che non ho ancora capito perché sei diventato parte di discorsi demagogici un pò al limite dell’umana comprensione e non ho capito perché rappresentarti il giorno della tua nascita, come avviene ormai da 2019 anni, non sia più un messaggio di pace; ma  devo ammettere che, ultimamente,  fatico anche a capire il genere umano e le strane priorità che riesce a darsi nella vita.

A me hai insegnato i valori dell’amore, del rispetto, della pace e della tolleranza verso gli altri, qualsiasi Dio preghino e qualsiasi tradizione abbiano, ma soprattutto verso chi rispetta me e i valori sui quali ho fondato i miei anni di vita. Io ho deciso il mio piccolo presepe lo farò anche quest’anno!

Alberta Bellussi

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