Quanti dolci, dolciumi, “pastroci” come li chiamavano una volta che ingurgitavamo nelle nostre giornate da bambini che se ora li mangiasse mio figlio mi verrebbe male. Me ne sono venuti in mente alcuni vediamo se li avete incontrati anche voi nella vostra infanzia. E pensare che quelle rare volte che vado in quei megasupermercati dove trovi, negli scafali più remoti, le cose più introvabili che non pensavi nemmeno più esistessero sul mercato, non posso fare a meno di non comprarne almeno uno di questi “meravigliosi pastroci” per rivivere con il gusto quelle deliziose sensazioni.
Sembra strano ma sapori e profumi si collocano nei cassettini della nostra memoria e quando li andiamo a stimolare torniamo a sentire quelle emozioni. Marcel Proust diceva che “l’odore e il sapore delle cose rimangono a lungo depositate, pronte a riemergere” in qualsiasi momento e questo capita anche a me.
I MORETTI
Ma ve li ricordate?
Erano in confezioni da 6 come delle montagnole marroni anche un po’ brutti alla vista ma appena affondavi i denti nella sottile pellicola di cioccolato in bocca ti entrava un tripudio di panna solida ,che non ho mai capito bene di cosa fosse fatta, ma era dolcissima una sorta di libidine pura per il palato e l’anticamera del diabete, il tutto era chiuso da una base di wafer. A me piaceva farmi i baffi con la panna.
LA MITICA BIG BABOL
La ciunga Big Babila era una mattonella che quando la mettevi in bocca mettevi in movimento tutti i muscoli facciali e anche cervicali perché era spesso indurita. Erano enormi. E man mano che iniziavi a masticarla rilasciava quel saporare che solo le Big Babol con la carta Blue hanno. Un gusto spettacolare mai ben definito. Lo zucchero ti entrava in ogni spazio tra i denti ma non pensavi alle carie future ed eri felice. E una volta che era ben ammorbidita iniziavi ad allungarla con la lingua per provare a vedere se era pronta per la bolla. Perché lo scopo di masticare una Big Babol era sempre quello di farne una grandissima bolla. Con due poi era il top ma dovevi avere una buona masticazione sennò ti facevano male le mandibole per un giorno. E soffiavo, soffiavo perché doveva essere grandissima e poi…. pufff scoppiava e si appiccicava dappertutto fino ai capelli…e poi a lavorare per togliere i residui di ciunga dal viso ! Ve lo ricordate? Accadeva anche a voi?
LA GIRELLA MOTTA
Trent’anni fa la Girella Motta non era semplicemente una brioscina: era uno stile di vita. Averne una dietro era garanzia di una ricreazione migliore macchè panini della salumeria sotto casa; c’era la farcitura a spirale della Girella Motta fatta di pan di spagna e cioccolata. A me piaceva aprire la spirale e srotolare la girella per lungo così come facevo con le rotelline di liquirizia della Haribo. La canzoncina della pubblicità faceva “La morale è sempre quella fai merenda con Girella!” e c’era il Golosastro che voleva rubare la merendina a Toro Farcito.
LA CEDRATA TASSONI E LA SPUMA
Due erano le bibite che trovavo da mia nonna diverse dalla solita aranciata fatta di puri coloranti ed erano la Cedrata Tassoni e la Spuma.
La Tassoni è una bibita giallissima e zuccheratissima però quando la bevevo ero felice. Il livello di zuccheri è allarmante: 16,4 grammi di zucchero per 100 ml. Un bambino non dovrebbe mai bere cedrata Tassoni neanche sotto minaccia, con 100 ml si gioca quasi tutta la sua dose giornaliera di zucchero Un adulto pure dovrebbe limitarne il consumo. Il gusto è stucchevole, pastoso, sì, ci sono sapori di agrumi ma affondano nella melassa e anche il perlage non è che sia proprio fine.
Ma voi la spuma l’avete mai bevuta. Era la bevanda che univa vecchi e bambini. E’ una bevanda che non ricordo bene che sapore ha però ricordo che era buono. Alcuni la spuma la chiamavano anche la “bionda”: nome intrigante, veniva anche messa come premio nelle partite a carte nelle osterie magari mescolata al vino.
LA SPUMADORO
La nonna era un’ottima cuoca per quanto riguardava la carne e i contorni ma per i dolci non era granché anche se la sua semplicissima torta di uova, farina e burro che, spesso non era neanche tanto bella di aspetto, alla fine era sempre buonissima con un sapore intenso e inebriante. E quando gli chiedevo che cos’era questa pozione che rendeva il dolce così buono, mi diceva sempre che aveva un ingrediente magico e segreto. Solo qualche anno dopo quando mi sono messa a fare i dolci con lei ho scoperto che quell’ingrediente era una piccola boccetta gialla che aveva dentro tutti i profumi possibili vaniglia, agrumi, fiori. Un concentrato di aromi e il suo nome era Spumadoro. Per me anche ora nei miei pensieri rimane quella goccia magica capace di rendere buonissimo anche quel dolce brutto della nonna.
MARSH; RIDER, TWIX
E lo schieramento di Marsh, Rider e Twix cioccolata e zucchero anche qui in quantità elevate.
Ma ve lo ricordate il Mars, fatto con cioccolato al latte, caramello e torrone che quando lo spezzavi il caramello solidissimo colava e stimolava tutte le papille gustative ancora prima di addentarlo.
E poi c’erano il “Raider un taglio ci dà». Con questo jingle, accompagnato dal movimento dei due bastoncini al cioccolato come fossero lame di forbici che tagliano la fame.
LE SIGARETTE CIUNGA
Ricordate le gomme a forma di sigaretta ? Con carta bianca e tanto di filtro finto e confezionate in pacchetti con marca di fantasia …. ma non solo. Quello che era certo è che il pacchetto era molto simile ad un pacchetto di sigarette vere. Ma quanto sono cambiati i tempi ? oggi un bambino che vuol far fin finta di fumare verrebbe mandato in riformatorio. Nei liberali anni Settanta no: con una di quelle sigarettine rosa ti sentivi un grande e facevi il fenomeno ed erano dolcissime.
IL SUCCO DI FRUTTA BILLY
Al primo posto non per importanza ma per i ricordi di chi sta scrivendo. Negli anni 80 dopo avere bevuto il Billy utilizzavamo il brick vuoto come “pallone” nell’intervallo, io più che un succo di frutta vedo dunque un pallone da calcio. Tralasciando i ricordi personali il Billy è stato negli anni 80 la risposta alle mamme stufe di frullare la frutta ed un modo comodo per prepara le merende dei bambini. La vera innovazione era proprio nel Brick, il Billy fu il primo a fare uscire sul mercato quella che oggi è una confezione standard di un succo di frutta.
Chissà se anche voi avete mangiato queste cose e se ve le ricordate come legate alla vostra infanzia.
Se ne avete altre scrivetele sotto.
Alberta Bellussi