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La storia e l’origine del rosso Tiziano


Quante volte abbiamo usato l’espressione “rosso Tiziano” per indicare una determinata tonalità di colore; colore che prende il nome proprio dal pittore veneto di Pieve di Cadore Tiziano Vecellio, attivo nel XVI secolo nella Repubblica di Venezia, e conosciuto in tutto il mondo.

Tiziano era un artista innovativo e particolarmente poliedrico, nella sua arte si cimentò sia nel sacro che nel profano, ma è sicuramente noto per aver ripreso gli insegnamenti di Giorgione e per aver prestato una grande attenzione ai colori utilizzati nei propri dipinti. Lui utilizzava le tempere poco diluite e spesso  impastandole quasi direttamente nella tela.  La scuola veneziana, grazie a Tiziano, riuscì a proporre una reale alternativa al primato del disegno proposto da Michelangelo, avviando la cosiddetta scuola del colore tonale e ottenendo i consensi e numerose commissioni da parte dei nobili dell’epoca.

La sua attenzione per il colore era molto forte e il rosso delle sue tele così particolare e unico che lo caratterizzò tanto da prendere il suo nome.

È il colore con cui rivestiva i personaggi dei suoi ritratti, una tonalità di rosso calda, forte, accesa che assumeva significati diversi in base ai soggetti del quadro e a ciò che dovevano esprimere: la passione, la sensualità, il potere.

Il rosso Tiziano è un colore da sempre molto apprezzato ed utilizzato, nelle opere d’arte e anche come tinta per i capelli.

Già nel 1500 le dame amavano cambiare capigliatura e colore e,  da quel periodo ad oggi, il rosso Tiziano va sempre di moda, con le sue sfumature rossicce vicine anche al biondo, in quanto ricorda i capelli di Lesbia, l’amante di Catullo, emblema di raffinatezza ed eleganza.

Alberta Bellussi

 

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