By 

LA LEGGENDA DEL GIGANTE INNAMORATO LAVAREDO


Da una leggenda deriva pure il nome di Lavaredo delle tre cime dolomitiche che da Longères svettano splendenti nel cielo e che soltanto da Auronzo si possono ammirare in tutta la loro maestosità e in tutta la loro magnificenza. E la leggenda dice così.
Un gigante, di nome Lavaredo, che abitava su quegli altissimi monti, si era perdutamente innamorato di una bellissiffia fanciulla. Era costei la principessa Val d’Ansiei, che, con la sua voce armoniosa e squiilante, cantava le canzoni della montagna deliziando la valle percorsa dal fiume Ansiei.
Ma la vezzosa principessa non poteva corrispondere l’amore di Lavaredo perchè amava un altro gigante e da questo amore nacque un figlio, al quale venne dato il nome di Auronzo.
L’amore del gigante fu di breve durata; il crudele infatti abbandonò ben presto la bella principessa.
Il loro figlio, Auronzo, scese nella valle e fissò la sua abitazione nel punto dove sorse il paese che da lui prese il nome.
Però il gigante Lavaredo continuava ad amare la principessa Val d’Ansiei e, in virtù di questo suo immenso amore, decise di offrire al figlio della donna amata un gruppo di crode il più bello che fosse esistito.
E il buon gigante si mise all’opera, spaccando crode e ghiaioni con un enorme marlello e scolpendoli poi con uno scalpello smisurato. Dopo un lungo e faticoso lavoro, potè infine incidere e modellare nella roccia tre altissime cime, la cui simmetria riuscì tanto armonica e meravigliosa da rendere questo gruppo di crode unico al mondo. Si accinse quindi al lavoro di cesellatura delle tre cime, intagliate con tanta cura e tenacia, ma il generoso gigante non potè terminare che la più piccola, perchè gli mancarono le forze, e ormai sfinito dalla dura fatica cadde affranto per non rialzarsi più. E sul suo corpo inerte rotolarono i sassi da lui stesso scavati, fino a ricoprirlo. Il suo braccio destro, con la mano che aveva compiuto l’opera ardita e stupenda, dette la forma ad un’ampia forcella, alla forcella di Lavaredo. Fu così che di queste tre cime meravigliose, una, la Piccola, venne finita, mentre le altre due, la Grande e la Ovest, non poterono essere che abbozzate.
In seguito esse portarono il nome del buon gigante che le aveva ideate, scolpite e modellate e precisamete le Tre cime di Lavaredo.
Ed Auronzo, il figlio della principessa Val d’Ansiei, al quale Lavaredo aveva dedicato la sua opera sublime, dal fondo della valle potè ammirare in eterno questo vero capolavoro di incomparabile magnificenza.
Alberta Bellussi

Leave a comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *