LA LEGGENDA DEL FIUME MESCHIO
Il Meschio nasce alle pendici del M.te Visentin a Savassa Alta, frazione di Vittorio Veneto, entra a S.Giustina e attraversa Serravalle nei pressi del vecchio ospedale dove con i suoi caratteristici “meschet”, canali provenienti dal corso principale, attraversano tutto il territorio comunale.
La sorgente di origine carsica è costituita da un bacino, chiamato “brent” localizzato a 220m di quota. L’acqua ha la caratteristica di mantenere la sua temperatura di 12°C costante in ogni stagione. Lasciata la sorgente parte dell’acqua è destinata agli acquedotti, parte scende per una ripida scarpata per raggiungere poi il lago di Negrisiola.
Il corso del Meschio si conclude dopo aver attraversato i comuni di Colle Umberto e Cordignano nei pressi di Ponte della Muda dove confluisce nel Livenza.
La conosci la fantastica leggenda del fiume Meschio fu pubblicata in un inserto de Il Secolo del 1893 ed è davvero molto interessante.
“Un rigagnolo d’acque fugge dal Piave come figlio ribelle dal padre; altero di sua origine sdegna l’invito del Cordevole di mischiare con lui le sue acque; vuole scorrere indipendente per balze e pianure ed acquistare un nome: s’inabissa quindi e sotterra attraverso il fiume lusinghiero per di bel nuovo uscire alla luce, “Mesulus o Mischio” per tale fatto si chiama (sembra che derivi dal latino “Miscère” che vuol dire mescolare)”. Per questo motivo le acque del fiume Meschio vennero celebrate per la tempera che sapevano dare alle armi le quali qui si fabbricavano, poi guidate in appositi canali, costruiti secondo i dettami della scienza, diedero vita a più di trenta stabilimenti industriali. Le antiche fucine d’armi di Serravalle davano “lavorieri miracolissimi” in “lame da spade, stocchi (un’arma simile alla spada), pugnali ed armi da instare”. Dobbiamo ricordare che già nel secolo XIII correva il detto “Cadubrium et Feltrium poma et pyra gignere, Serravallum autem gladios” (Cadore e Feltre producono mele e pere selvatiche, Serravalle spade e uomini capaci di maneggiarle) -.
Il poeta Rodolfo Della Torre così lo descrive nella sua poesia “Sorgenti del Meschio”: “Un rompere d’acqua improvvisa dal sasso; un bianco balzare di schiume canoro; cader, ricadere, arricciarsi, spezzarsi; sparire tra il verde, tra i sassi, nel cupo e poi ricomporsi, ed ancora cadere e infrangersi in fili d’argento. In schiume, che odorano intorno e lontano di muschio. Vittorio che un giorno i miei versi saprai, che un giorno vivrai la tua vita, ed oggi spalanchi gli occhioni innocenti sull’acqua che cade che sprizza che brilla, la vita, Vittorio …oh! La vita…è lo stesso mistero”
Alberta Bellussi
- 18 July 2024
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